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Associazione Calabrese di Epatologia - ETS
Vico Cartisano I° snc - 89134 - Pellaro Reggio Calabria - Italy

C.F. 92024600808  -  Coordinate Bancarie: UBI Banca IT08A0538716301000043087397

Per informazioni:
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MANIFESTO ACE

IL MANIFESTO DELLA MEDICINA SOLIDALE

In un’epoca segnata dall’urgente necessità di riprogrammare il complesso sistema di protezioni sociali all’insegna di un severo contenimento dei costi, l’impegno della medicina solidale è quello di ricercare soluzioni che garantiscano un’efficace ed efficiente distribuzione delle risorse. Bisogna rimuovere gli ostacoli di ordine sociale, economico e culturale, che impediscono un’equa opportunità di accesso alle prestazioni estendendo il sistema di protezione sanitaria anche a quanti ne siano rimasti esclusi.
C’è l’urgenza di promuovere forme di autentica partecipazione democratica e di condivisione delle responsabilità nei processi di governo della salute pubblica.
La medicina solidale si adopera, pertanto, per riaffermare, consolidare ed estendere, adeguandoli alla particolare situazione storica i principi sanciti dalla nostra Carta Costituzionale.
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo, e si badi bene non del solo cittadino!
La logica che anche la medicina debba essere assoggettata al principio economico di una crescita senza limiti che, nello specifico, assume le forme di una parossistica ricerca dell’innovazione diagnostica e terapeutica, ha finito col generare un perverso e incontrollabile meccanismo di crescita dei costi non ulteriormente sostenibile se non a condizione di sottrarre risorse altrimenti destinabili al mantenimento di un’assistenza sanitaria di buon livello estesa a tutta la comunità o ad altri settori non meno importanti della salute come l’istruzione, il lavoro, la giustizia, la cultura, la difesa dell’ambiente.
La frenetica ricerca dell’innovazione, insieme al più sofisticato meccanismo di annessione di nuovi spazi in ambito clinico sembrano ispirati, più che dalla reale esigenza di migliorare lo stato di salute generale, dalla necessità esclusivamente economica di generare nel corpo sociale continue nuove necessità e aspettative il cui soddisfacimento, a fronte di vantaggi insignificanti, ha il sicuro effetto di accelerare il ritmo dei consumi sanitari.

 

IL RUOLO DEL MEDICO
La stretta dipendenza della ricerca biomedica dall’industria farmaceutica e biomedicale contribuisce in modo determinante a sostenere questo sbilanciamento di tipo commerciale che caratterizza il sistema salute. Gli impegni di ricerca sono infatti distanti dalle domande che interessano i pazienti, gli operatori sanitari e i cittadini. Imperversa una nuova necessità di occupare spazi di mercato.
Si fa ricerca laddove può arrivare un’immediata ricaduta economica e si trascurano gli studi che potrebbero interessare i cittadini. L’assoluta fiducia nella potenza delle tecnologie ha colonizzato interamente il dominio medico portando all’esclusione di pratiche un tempo selezionate come elementi fondamentali della cura. L’attento e partecipe ascolto della narrazione anamnestica, l’evocazione, l’osservazione e la raccolta dei segni fisici e psichici vengono considerati solo un ingombrante fardello dell’archeologia medica. Oggi sono stati sostituiti da un’infinita collezione di applicazioni tecnologiche che hanno espropriato il clinico della possibilità di un pensiero meditato, allo stesso modo in cui il paziente è stato privato del diritto di essere considerato nella sua specificità.
Il tempo dell’agire medico viene interamente occupato dall’ansia di verificare e consumare nuove esperienze tecnologiche cercando se possibile di espandere il loro utilizzo anche all’ambito non patologico, assecondando la necessità, dettata dall’aziendalizzazione dei servizi sanitari, di incrementare il volume delle prestazioni a fronte della continua riduzione degli organici sanitari. Il risultato netto di questa turbomedicina è quello di generare una realtà che rende impossibile una comunicazione autentica e profonda tra medico e paziente.
Questo modello espansivo di medicina, a dispetto degli entusiasmi suscitati, appare oggi dolorosamente quanto innegabilmente superiore alle nostre possibilità e lontano dalle effettive necessità e aspettative della comunità. È sfuggito a qualsiasi forma di controllo, spinto verso i limiti estremi della sostenibilità, e costituisce la più seria minaccia a uno dei valori fondamentali della nostra società: l’universalità del sistema sanitario basato sul valore della solidarietà.
Provvedimenti di semplice ordine gestionale sono inevitabilmente destinati al fallimento se non si accompagneranno a una radicale revisione dei principi che hanno generato tale situazione. Occorre pertanto assumere un nuovo e radicale orientamento culturale prima che l’attuale crisi si trasformi in una irreversibile bancarotta.

 

UNA NUOVA MEDICINA
La medicina che proponiamo privilegia la ricerca della giusta misura, dell’equilibrio tra l’effettiva disponibilità di risorse, la garanzia di un accesso equo, e la possibilità di scelta in un contesto culturale in cui il progresso medico, inteso soprattutto come acquisizione di nuova conoscenza, è un valore che non può essere messo in discussione. Si tratta di una medicina capace di progettare e realizzare diverse azioni di sua competenza – ricerca, prevenzione, assistenza, informazione – sulla base delle specifiche necessità della comunità, promuovendo la diffusione di interventi limitati e sostenibili.
In questo contesto la medicina solidale si impegna a ristrutturare la pratica medica concentrando la proprie energie sull’assistenza al mantenimento della salute, piuttosto di privilegiare interventi tecnologici miracolosi.
Essa sviluppa iniziative finalizzate a promuovere, a livello individuale, una maggiore responsabilità nei confronti della salute e a livello generale si adopera per ricercare soluzioni ai problemi sociali, economici e ambientali che contribuiscono a generare le malattie.

La medicina solidale opera per assicurare un nuovo sistema di governo della ricerca biomedica che garantisca un giusto equilibrio tra gli impegni dedicati all’innovazione diagnostico-terapeutica e gli studi che hanno rilevanti ricadute sulla salute pubblica. Con questi ultimi si intendono quelle ricerche utili ad apportare contributi di conoscenza sulla diffusione delle malattie, sui loro determinanti e sul modo di prevenirle e studi che valutano la capacità delle tecnologie diagnostiche e terapeutiche di modificare in maniera sostanziale la storia naturale delle malattie nella popolazione generale e promuovono una gestione ragionevole delle risorse sanitarie impegnandosi ad assicurare a quanti sono affetti da malattie rare cure più efficaci.

La medicina solidale non è realizzabile se non come fatto culturale che coinvolga operatori sanitari e cittadini in un nuovo sistema di relazioni empatiche. Per i primi la formazione culturale dovrà essere valida non solo sotto l’aspetto tecnico, per il quale sono richieste delle solide capacità critiche, ma soprattutto sul versante umano in una nuova dimensione caratterizzata dalla partecipazione, dalla condivisione, e dalla comunicazione non frettolosa. Il professionista della medicina solidale dedica tempo all’ascolto e al dialogo. I cittadini devono avere la possibilità di accedere a un’informazione corretta e chiara, non più resa oscura da un linguaggio tecnico.
In quest’ottica la formazione del cittadino assume dignità e rilevanza, anche in termini di impegno di risorse. Dev’essere il risultato di un processo senza vincoli, controlli e condizionamenti. Va impedito che si trasformi in una sorta di educazione coatta finalizzata a determinare nuove forme di controllo del corpo sociale.
Pertanto, non va affidata esclusivamente ai tecnici della sanità o alle istituzioni politiche, ma dove anzitutto svilupparsi nell’ambito di istituzioni autonome (scuole, università) o con iniziative di auto implementazione della conoscenza (associazioni di cittadini, reti di pazienti). In un circuito virtuoso in cui il cittadino educa se stesso.

 

UNA RINNOVATA CONSAPEVOLEZZA ETICA
La medicina che proponiamo ha come obiettivo principale il superamento dell’attuale stato di instabilità, innescato dalla razionalità, tipicamente economica, della crescita illimitata, a vantaggio di un nuovo modello di progresso che privilegia, piuttosto, il limite e l’equilibrio. Si tratta di una medicina fatta principalmente di salvaguardia della salute, responsabilità individuale, interventi diagnostici efficaci e sicuri, partecipazione democratica, condivisione delle responsabilità, competenza, informazione e attenzione alla persona. È un programma unico e armonico che intende affrontare la complessità di un fenomeno sociale, come la gestione della salute, con rinnovata consapevolezza etica fondata sulla cittadinanza attiva e la difesa dei beni comuni. La coscienza del limite, secondo il modello proposto, diventa ispiratrice di un’azione complessa, coraggiosa e appassionata, tesa a riaffermare ed eventualmente espandere gli interessi collettivi.
Non vogliamo che si risolva in banale prudenza né in un immobilismo pronto a cedere l’iniziativa a quanti, in nome dell’emergenza, sono già all’opera per determinare un nuovo sistema fondato su una forte contrazione dei diritti.

 

Lino Caserta